Con un focus sul monitoraggio del sonno tramite polisonnografia
L’insonnia è un disturbo serio che può compromettere significativamente la salute mentale e fisica. La terapia cognitivo-comportamentale rappresenta un approccio efficace e duraturo, in grado di aiutare gli adulti a riconquistare un sonno di qualità. Tuttavia, per una diagnosi completa e una terapia mirata, il monitoraggio del sonno tramite polisonnografia si rivela spesso un passaggio indispensabile.
Dormire bene non è un lusso, ma una necessità per vivere in equilibrio.
Le origini dell’insonnia possono essere multifattoriali. Tra le cause più comuni si annoverano:
Stress e ansia: preoccupazioni legate al lavoro, alla salute o alla vita personale interferiscono con la capacità di rilassarsi.
Depressione: spesso l’insonnia è uno dei sintomi principali dei disturbi depressivi.
Cattive abitudini del sonno: uso eccessivo di dispositivi elettronici prima di dormire, orari irregolari, consumo di caffeina o alcol.
Disturbi medici: dolore cronico, reflusso gastroesofageo, apnee notturne, ipertiroidismo.
Farmaci: alcuni farmaci, come quelli per l’ipertensione o antidepressivi, possono alterare il ciclo del sonno.
L’insonnia prolungata compromette le funzioni cognitive e lo stato psicologico. Tra gli effetti più rilevanti:
Difficoltà di concentrazione e memoria
Irritabilità e sbalzi d’umore
Riduzione della capacità di affrontare lo stress
Aumento del rischio di sviluppare disturbi dell’umore, come ansia generalizzata o depressione maggiore
Peggioramento della qualità della vita e del rendimento lavorativo
Per una valutazione approfondita dell’insonnia, specialmente in casi complessi o resistenti al trattamento, la polisonnografia rappresenta un’indagine diagnostica fondamentale. Si tratta di un esame che monitora diversi parametri fisiologici durante il sonno, tra cui:
Attività cerebrale (EEG)
Movimenti oculari (EOG)
Attività muscolare (EMG)
Frequenza cardiaca
Respirazione e flusso d’aria
Saturazione dell’ossigeno nel sangue
Esclude altri disturbi del sonno come apnee notturne, sindrome delle gambe senza riposo, narcolessia.
Conferma o smentisce la presenza di insonnia primaria (non legata ad altre patologie).
Fornisce dati oggettivi che guidano lo specialista nella scelta del trattamento più adeguato.
La terapia cognitivo-comportamentale per l’insonnia (CBT-I) è riconosciuta come il trattamento di prima scelta per l’insonnia cronica. A differenza dei farmaci, che offrono un sollievo temporaneo, la CBT-I agisce sulle cause profonde del disturbo.
Educazione sul sonno: correggere convinzioni errate sul sonno e sulle sue necessità.
Igiene del sonno: promozione di abitudini sane e routine serali favorevoli al riposo.
Restrizione del sonno: limitazione del tempo a letto per aumentare l’efficienza del sonno.
Controllo degli stimoli: associare il letto solo al sonno (no tv, telefono o lavoro a letto).
Tecniche di rilassamento: come respirazione profonda, rilassamento muscolare progressivo, mindfulness.
Numerosi studi dimostrano che la CBT-I è efficace anche nel lungo termine, riducendo significativamente il tempo necessario per addormentarsi e migliorando la qualità complessiva del sonno.
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